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Memorie dalla Resistenza
Uniti per festeggiare il 70° anno dalla Liberazione
Il museo della Resistenza di Ca’ di Malanca nasce dalla volontà di un gruppo di partigiani aderenti all’ANPI di Faenza che lo ha ristrutturato e promosso come “Museo della Resistenza e della Guerra di Liberazione”. I partigiani di Ca’ di Malanca hanno successivamente dato il via alle esperienze dei giorni residenziali, nei luoghi in cui si svolsero alcuni degli episodi più eroici e drammatici della Resistenza.
Il 21 febbraio 1990, con una apposita legge della Regione Emilia Romagna approvata dal Consiglio Regionale, è stato istituito il “Centro residenziale Cà di Malanca di studi ed iniziative sulla Lotta di Liberazione in Emilia Romagna”.
A metà degli anni ’90 Giordano Sangiorgi fu contattato dall’ANPI e assieme ad un gruppo di amici decise di dare una mano per rinnovare le attività del Museo di Ca’ di Malanca. Due furono i motivi che lo spinsero a prendersi questo incarico: le convinzioni ideologiche e il fatto che il museo fu la casa dei suoi nonni prima e dei suoi genitori poi. Il suo obiettivo era semplice: far tornare Ca’ di Malanca un luogo di diffusione culturale e musicale legato ai valori della democrazia e dell’antifascismo. Sono tante le attività che sono state realizzate e le persone che sono passate e hanno lasciato il proprio contributo: dall’ex Presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani allo scrittore Lucarelli e all’attore Ivano Marescotti, dai Gang ai Modena City Ramblers, e tanti altri volti che hanno contribuito a creare dei momenti di aggregazione importanti per il territorio faentino e non solo.
Quest’anno il 25 aprile 2015, sarà il 70° anno della Liberazione e vorremmo continuare a fare tesoro degli avvenimenti che sono accaduti durante la Guerra di Liberazione, come la battaglia di Purocelo accaduta proprio nei luoghi del Museo di Ca’ di Malanca. Vorremmo creare un momento di condivisione della memoria chiamando a suonare i Gasparazzo, una band che ha prodotto un album che si intitola “Esiste chi Resiste”. Un album che raccoglie il lavoro di oltre dieci anni, iniziato nel 2003 in seguito alle richieste di alcuni comuni delle province di Modena e Reggio Emilia di musicare le vicende ed i personaggi che fecero la Liberazione d’Italia. La richiesta che nasce dall’impegno della band in eventi, rappresentazioni teatrali, laboratori nelle scuole, video-documentari legati alla solidarietà ed alla memoria storica.
Da una iniziativa svolta a Ca' Malanca nel 1997 si è arrivati alla realizzazione di una compilation di brani musicali prodotti in quella occasione:
Per info:
Sito: http://www.camalanca.racine.ra.it/
Email: info@audiocoop.it
Facebook: https://www.facebook.com/pages/Ca-Malanca/663612890417568
Nella stretta valle di Purocielo, formata dal Rio Co', compresa tra le valli maggiori del Sintria e del Lamone, aveva preso posizione nell'ottobre 1944 la quasi totalita' della 36ª Brigata Garibaldi costituita da 2 battaglioni, suddivisi in 12 compagnie con un totale di circa 700 uomini. Precedentemente la compagnia aveva operato nei monti più alti, nella zona del Carzolano. Alla fine dell'agosto '44 con l'avvicinarsi del fronte, la pressione tedesca sul Carzolano divenne tale che la Brigata dovette ripiegare e attraversare il Senio per prendere posizione nella vallata del Sintria e del Rio Co'. Per tutto il mese di settembre la Brigata opero' con varie azioni militari nelle vallate vicine. Nel frattempo il fronte si avvicinava sempre più e di conseguenza aumentava la pressione dei tedeschi. Con il fronte giunto ormai a ridosso di Purocielo il comando tedesco decise di eliminare i partigiani nella zona. Gli inglesi erano ormai giunti a pochi chilometri di distanza, nei pressi di Monte Cece, mentre sulle alture di Marradi gli indiani stentavano ad avanzare. Si era formata una saccatura, proprio nella zona dove erano attestati i partigiani sempre più minacciati dai tedeschi.
La situazione era dunque molto difficile per gli uomini della Brigata Garibaldi, tanto più se si considera che cominciava a scarseggiare il cibo e quasi tutti erano sprovvisti di vestiario adatto ai rigori dell'inverno. In questa situazione il comando della 36ª decise di tentare lo sfondamento del fronte in direzione di Fornazzano e permettere il congiungimento dei partigiani con gli alleati giunti a meno di due ore di cammino.
Fu proprio dal tentativo operato il mattino del 10 ottobre che la Battaglia di Purocielo prese le mosse. Il tentativo fallì e la Brigata dovette subire per tre giorni il violento contrattacco tedesco. Fino alla notte del 12 ottobre tanti furono i combattenti, gli scontri armati, e tanti i morti e i feriti. La Brigata, nonostante le tante perdite, riuscì a mantenersi unita e ad attraversare il fronte dal Monte Busca, congiungendosi così con le forze alleate.
I luoghi più significativi di questi eventi sono Ca' di Malanca, attorno alla quale si svolsero i combattimenti iniziali, Ca' di Gostino, vicino alla parrocchia di S.Maria in Purocielo, Ca' di Piano di Sopra, Ca' di Marcone, Ca'di Monte Colombo e Monte Colombo, attorno a cui si combattè l'11 ottobre; Poggio Termine di Sopra e il Monte Calamello dove ebbero termine i combattimenti il 12 ottobre. Nella notte i due battaglioni attraversarono il crinale e raggiunsero Cavina, per arrivare nei giorni successivi al Monte Busca.
I partigiani morti nella battaglia di Purocielo sono ricordati a Ca' di malanca con un cippo commemorativo che riporta tutti i nomi, le città e le nazioni di origine dei deceduti.
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