The project

Cos'è "Dentro il collettivo"

Dentro il collettivo è un film documentario che ambisce a raccontare i giovani, la crisi, il mondo visto attraverso le lenti dei collettivi politici studenteschi e le esperienze di autogestione.

In particolare si vuole indagare una realtà significativa, come quella di ART LAB, centro sociale, nato a Parma il 6 maggio 2011, i suoi meccanismi, le dinamiche, a partire dall’occupazione dello stabile presso cui si è insediato, e i motivi che hanno spinto un gruppo di giovani universitari ad appropriarsi di uno spazio da vent’anni inutilizzato, l’autorecupero di locali in avanzato stato di degrado, il prendere corpo di progetti importanti che hanno potuto svilupparsi grazie all’esistenza di quel contenitore: tra questi la scuola di italiano per stranieri, la squadra di calcio antirazzista, la ciclofficina, nonchè una nutrita serie di appuntamenti, quali dibattiti, concerti, cineforum, ecc. che hanno animato culturalmente il quartiere e la città.

Lo studio del collettivo politico che vive un centro sociale specifico, come quello di Parma, non si traduce certamente in un racconto localistico, nonostante non possa prescindere dalla contemporaneità storica e geografica all'interno della quale esso si è generato. L'analisi del microcosmo è particolarmente illuminante soprattutto perché in grado di rivelare, invece, dinamiche esistenti nel concreto in gruppi di altre realtà italiane ed europee o comunque riproducibili in potenza in contesti analoghi.



Dentro il collettivo vuole indagare anche le problematiche e i limiti delle realtà di movimento, come esse possano contaminare la società civile, con le loro pratiche e i loro valori, e capire se c'è terreno fertile per le istanze che promuovono, oppure prevale un'incapacità di dialogo e di comprensione con l'esterno. Ma il film vuole essere anche una testimonianza, il grido d’appello che le giovani generazioni stanno lanciando ad una società che, quando non li sfrutta, perlomeno li ignora.

Essere giovani oggi, ai tempi della crisi, significa avere accettato la precarietà, e dunque l’impossibilità di fare progetti a medio termine; significa rassegnarsi ad una progressiva erosione di diritti, ad una mancanza di prospettive, alla gerontocrazia imperante, al nepotismo, al profitto quale criterio unico di regolazione della società e di interpretazione del mondo.

Il collettivo allora torna ad essere luogo di confronto, di aggregazione, di progetto, di costruzione ed elaborazione di nuovi modelli del vivere sociale; ed è per questo che il mondo esterno non può essere indifferente ad un laboratorio dove la comunità di oggi sperimenta la società del domani.

Com'è nato il progetto
Il progetto nasce quasi casualmente, a livello embrionale, come idea, già pochi mesi dopo l'occupazione del 2011, durante una prima “visita guidata” dello stabile condotta da due dei ragazzi di Art Lab. Quel primo incontro è sufficiente per intuire le potenzialità di giovani dotati di intelligenza, voglia di fare e consapevolezza politica. Il tempo avrebbe dimostrato che tali doti, assieme ad abilità tattiche e alla capacità di rapportarsi con le istituzioni, avrebbero costituito i presupposti per un radicamento sul territorio. Era percepibile, fra l'altro, un'energia particolare, dettata da quella voglia di cambiare il mondo, che normalmente è propria delle generazioni giovani, ma che oggi non è più così facilmente riscontrabile in altri ragazzi della loro stessa età, la maggior parte dei quali vive in uno stato di rassegnazione, demotivati da un futuro senza prospettive, e disponibili ad accettare le ricette propinate loro da un sistema che nei fatti non li tutela.

È nell'autunno 2012 che maturano i tempi per mettere mano al progetto concretamente, e cominciare un'avventura che ha già quasi tre anni sulle spalle. Tre anni: un tempo lungo, un tempo vissuto, necessario per capire, assorbire, sedimentare e restituire. Restituire soprattutto a chi non conosce realtà come queste, ne ha solo un'idea semplificata, distorta, o a chi ne sa qualcosa ma vorrebbe saperne di più.



Lo scopo del documentarioRaccontare una comunità politica, nello specifico quella di ART LAB, seguendo due direttrici principali:

  • come questa comunità si è confrontata con l'attualità storico politica della città e ha inciso su di essa (dalla caduta della giunta Vignali, alla battaglia sull'inceneritore, dall'occupazione temporanea dell'Ospedale Vecchio, alla lotta per il diritto all'abitare, ecc)
  • come funziona una comunità (in questo caso politica) e come la gente vive la sua appartenenza ad essa.

L'approccio
Il metodo scelto è quello di un racconto dall'interno. Non si tratta di una mera inchiesta giornalistica, dove si raccontano fatti storico politici: si tratta di entrare nel cuore, nel vivo di quello che avviene in una comunità politica, e restituirlo a chi non ha familiarità con realtà di quel tipo.

Un racconto del genere non sarebbe stato possibile se non attraverso la presenza del regista dentro, appunto, il collettivo, una presenza costante fisica ed emotiva, che ha stimolato quella fiducia reciproca necessaria per poter andare oltre la descrizione dei fatti.

Questo punto di vista interno garantisce una prospettiva diversa rispetto all'inchiesta e in grado di rivelare la realtà per come la vivono i protagonisti, e indagare anche le reali motivazioni di chi fa una scelta così di parte.

E' un'operazione inedita e originale, senza precedenti, che mostra anche ciò che normalmente è proibito alle telecamere: azioni, occupazioni, assemblee, ecc.

Cosa è stato fatto finora
Dentro il collettivo è il frutto di tre anni di riprese durante i quali è stata raccolta un'ingente quantità di materiale, utile a strutturare la narrazione.
Ora comincia la fase più importante, quella più “dietro le quinte”: il perfezionamento del filo narrativo principale e delle microstorie, il montaggio, la sonorizzazione, le musiche, i sottotitoli... insomma, tutti quegli elementi che concorrono a rendere il prodotto definito e professionale.
A questa fase seguirà poi quella della veicolazione del documentario, l'iscrizione ai concorsi, la ricerca di una distribuzione cinematografica, televisiva, ecc.



Perché la raccolta fondi per realizzare il documentario
La prima parte del lavoro è stata eseguita con tempo, mezzi ed energie personali. Ne resta una seconda parte altrettanto impegnativa il cui esito dipende dal vostro contributo.
Il crowdfunding è una scelta necessaria per coprire parte delle spese, in particolare quelle relative alla postproduzione (correzione colore, suono, copia dcp per la distribuzione cinematografica, ecc). Il crowdfunding è anche una scelta voluta perchè fatto di orizzontalità, di condivisione, di partecipazione, e in questo senso è una modalità produttiva che favorisce la libertà di espressione. La mancanza di una committenza vera e propria si rivela in fondo una risorsa per un racconto così delicato da trattare, perché impedisce che si verifichino quelle classiche distorsioni dovute al potere che un finanziatore ha di orientare un progetto.
Il sostegno dei donatori prevede ricompense che vanno dalla citazione nei titoli di coda, alla maglietta del film, al dvd del documentario in tiratura limitata.

Perché è tuo interesse sostenere il documentario
Per avere quelle notizie che nessun giornale ti darà mai, fruendo al contempo di un punto di vista inedito: saranno soprattutto i ragazzi che raccontano sé stessi e come vedono il mondo.
Nemmeno un documentario commerciale, con tempi limitati e ritmi produttivi frenetici, con belle immagini patinate e poco approfondimento, può offrirti il livello di dettaglio di “Dentro il collettivo”.
Perché tre anni passati insieme non possono più soltanto rappresentare un documentario, dove un soggetto esterno, con le sue categorie mentali, tenta di raccontare un oggetto. “Dentro il collettivo” ti offre un'esperienza di vita veramente vissuta.
Perché ci sarà spazio per le emozioni, non solo per la cruda realtà dei fatti.
Perché sui centri sociali ci sono molti miti, tanta demagogia, e nessun racconto come quello che ci stiamo apprestando a fare.
Per capire se esistono dei modelli alternativi a quello che governa il pianeta, e che produce squilibri, ingiustizie, distruzioni, e verificare se qualcuno è già sulla strada giusta.
Per prevedere, infine, cosa possono produrre concretamente quei fermenti sociali che i media raccontano in maniera semplicistica e funzionale ad una narrazione di parte.



Appuntamenti
Mentre la lavorazione al documentario, compatibilmente con le risorse disponibili, prosegue, partirà una campagna promozionale “fisica”, sul territorio, perchè crediamo sia importante raccontare il progetto di persona per farlo vivere. Il primo appuntamento non può che essere nella cornice di Art Lab, in cui il progetto verrà presentato mercoledì 27 maggio 2015 alle ore 21.30. I successivi appuntamenti saranno a breve calendarizzati nei contesti più disparati in modo che del progetto e del tema non si parli soltanto all'interno delle realtà che l'hanno ispirato.

Dentro il Collettivo
Website: http://www.dentroilcollettivo.com
Facebook: https://www.facebook.com/dentroilcollettivo?fref=ts

Art Lab
http://www.anomaliaparma.org
https://www.facebook.com/artlab.occupato?fref=ts