Il progetto

Il libro ‘Memorie da due mondi. Vita e lotte di Stelita, tra dittature sudamericane e libertà’, è un’operazione di autentico salvataggio della memoria. L’opera è il frutto della raccolta di una testimonianza tardiva, quella di Stelita, che nell’ultimo periodo della sua vita, ha finalmente scelto di condividere i suoi ricordi. Così, noi, Daniela e Manuela, due tra le sue tante amiche, abbiamo iniziato ad ascoltare i suoi racconti, spesso accompagnati da vecchie lettere da decifrare e fotografie custodite in scatole apparentemente anonime. Tesori nascosti sulla strada dell’oblio. Tra le domande, sempre più numerose, sono emersi nomi, date, storie di persone che non potevano essere taciute. Storie che andavano restituite. Così è nato questo libro. Una storia piena di libertà e di voglia di libertà che ha attraversato alcuni momenti cruciali del novecento, il regime fascista, il primo populismo peronista, le dittature Argentine, il Cile di Pinochet, il terzomondismo religioso sudamericano.



Da dove siamo partite
Abbiamo incontrato Stelita nella sede milanese di Amnesty International, dove ci vedevamo ogni venerdì. Volevamo fare qualcosa di concreto per la difesa dei diritti umani nel mondo. Lei aveva circa 70 anni, nel gruppo era la più «grande». Insieme raccoglievamo firme, scrivevamo lettere, organizzavamo incontri. Spesso si trattava di richiedere la liberazione dal carcere di persone arrestate per avere espresso pacificamente la loro opinione, di lavorare per l’abolizione della pena di morte o protestare contro la tortura. Tutto questo quando non c’era ancora internet e le nostre lettere di denuncia ai governi venivano inviate per posta, con francobolli, buste e tutto il resto. I nostri tavolini pieghevoli lungo le strade erano uno dei nostri mezzi più potenti. A parte la sua saggezza e la sua simpatia con noi, di Stelita non sapevamo molto. Sapevamo che era italo-cilena e che aveva vissuto in Argentina durante gli anni della dittatura, che aveva vissuto in Messico e a Cuba… una volta come se niente fosse, ci aveva detto che in Cile aveva incontrato Pablo Neruda. A quasi novant’anni, Stelita ha deciso di tornare in Cile. Ma prima di farlo, finalmente, ci ha raccontato tutto quello che non ci aveva mai detto prima. Ci ha regalato la sua storia. Dalla nascita in Cile, l’infanzia nel’Italia fascista, gli studi a Urbino, il matrimonio in Inghilterra e poi l’arrivo a Buenos Aires. Da qui le vicende sudamericane, il peronismo, il susseguirsi dei regimi militari, la repressione violenta, il dramma dei desaparecidos. E poi la vita trascorsa a Panama, Cuba e Messico insieme a famiglie di esuli argentini, militanti del movimento Montoneros, per poi tornare di nuovo in Italia nel 1983, dove l’abbiamo incontrata.



Nel 2007 abbiamo accompagnato Stelita in Cile, dove tutto era cominciato. E’ stato il suo ultimo viaggio transatlantico, dai contorni quasi mitici. Ma il nostro compito non era ancora finito, lo completa questo libro. L’abbiamo fatto per lei, per l’affetto di chi l’ha conosciuta, ma soprattutto per un senso del dovere della memoria, per non tacere qualcosa che era necessario dire. Tra le migliaia di storie e persone scomparse di tutte le Argentine, questo libro è un progetto di segno contrario, una storia di comparsa e restituzione al mondo. Sostenendo questo progetto, contribuisci a farlo! Il libro ha ottenuto il patrocinio della Associazione 24 Marzo, che in Italia supporta le attività delle Madri e delle Nonne di Plaza de Mayo. Il portavoce della sezione italiana di Amnesty International, Riccardo Noury, ha redatto la prefazione del libro. L’introduzione è a cura di Estela Carlotto, Presidente delle Nonne di Plaza de Mayo e candidate al Premio Nobel per la Pace