Il progetto

Blake EternalLife Show è poesia e musica, è stato un album, un radiodramma e un live semi-acustico, realizzato da due attori-musicisti travolti da William Blake e dalle sue “visioni”. Blake, vissuto tra fine ‘700 e inizio '800, fu incisore, disegnatore e soprattutto poeta. Un artista libero e provocatorio, inafferrabile, capace di rivoluzionare il linguaggio poetico con temi, immagini e una musicalità naturale che ancora oggi impressionano. Questa musicalità è confluita nell'album Blake, con in una miscela sonora di rock e venature elettroniche e per il Blake EternalLife Show 1.0 (il live) ha assunto una natura più intima e acustica.

Il nostro è un progetto basato fin dall'inizio sull'autoproduzione ma ora vuole rivolgersi a un pubblico più ampio per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dello step successivo, conservando la sua autonomia e la sua libertà espressiva. L'obiettivo è traghettare l'EternalLife Show dall'1.0 a uno stadio ulteriore, uno spettacolo live in cui convivano musica, poesia, recitazione e videoarte, una performance in cui ricreare finalmente tutto quello che Blake ha evocato nelle sue poesie uniche, forme artistiche complesse e profonde, destinate a rimanere eterne.



Vogliamo portare Blake ovunque, nei teatri, nelle piazze, nelle scuole, nei parchi, a vecchi e giovani, uomini e donne di ogni età, perché crediamo che sappia parlare a chiunque. Per questo motivo puntiamo molto sul video, sulla sua capacità di parlare all’immaginario e alla sensibilità di persone lontane, basandosi sulla forza evocativa della poesia. L’immagine è fondamentale e Blake lo ha dimostrato con la sua scelta di associare ad ogni sua poesia una incisione Per facilitare questo passaggio ulteriore del nostro lavoro abbiamo deciso di farci conoscere e di far conoscere Blake prima di tutto qui in Italia, attraverso una serie di date in diverse città col nostro live 1.0, una preparazione e una promessa di quello che vorrebbe e potrebbe diventare il Blake EternalLife Show. Per questo abbiamo lavorato per offrire quanto più “materiale” (che termine!) a chi conosce e vuol conoscere il nostro lavoro, distribuendo l’album in digitale su bandcamp, registrando clip e teaser e aprendo diversi canali comunicativi che ci consentano di confrontarci con chi si interessa o appassiona all’EternalLife Show. I 4.000 euro che chiediamo sono necessari per pagare i musicisti che parteciperebbero alla performance live (immaginiamo degli archi e una batteria), un fonico un tecnico audio e un videoartista che crei la parte video da associare alla musica e alla poesia.



Crediamo in quello che abbiamo fatto, altrimenti non continueremmo ostinatamente da due anni a lavorare al nostro progetto. Ci crediamo perché Blake ci ha mostrato una nuova visione del mondo e dell’esistenza dell’uomo, suggerendoci delle grandi rivoluzioni interiori che vogliamo condividere e trasmettere a tutti.
Il sostegno e l’incitamento degli artisti che hanno scelto di collaborare alla realizzazione di Blake fino a questo punto sono il tracciato della miccia che ci induce a proseguire fino alla detonazione del progetto artistico che perseguiamo, in nome della visioni di Blake, perché da quando siamo entrati in contatto con la sua poesia ci sentiamo persone migliori.


«Devo ringraziare Giacomo se, lungo la via di Damasco, sono stato folgorato dal profeta William Blake. Spero che le sue visioni non mi abbandonino più.»

«Il suo volto mi ricordava talmente tanto quello del poeta che gli offrii il ruolo da protagonista poi la storia ha preso una strada diversa…»

Fabio Pappacena nasce a Napoli il 23 luglio 1975 e cresciuto a Potenza. Dal 2005 vive a Roma. Studia recitazione con la scuola del Piccolo Teatro di Potenza diretta da Domenico Mastroberti per poi seguire stage e corsi di formazione attoriale con Pippo Delbono, Mimmo Cuticchio, Giorgio Rossi, Lello Arena. Alla professione attoriale ha sempre accompagnato l’esperienza musicale. Studia canto con il M° Soprano Elena Sabatino, il basso elettrico e la chitarra. Sia come strumentista e cantante, sia come compositore di musiche e testi, a partire dai 17 anni sono state molteplici le collaborazioni artistiche con diverse band. In particolare quella degli Eku, con la pubblicazione di due CD inediti, numerose esibizioni dal vivo e la partecipazione a manifestazioni per band emergenti come Arezzo Wave e Rock Targato Italia.
In teatro ha trascorso la maggior parte del mio tempo, recitando in tanti spettacoli. Gli ultimi, in ordine di tempo sono stati l'Iliade di Maria Grazia Cipriani per il Teatro del Carretto, Moby Dick di Ferruccio Ferrante per il Teatro Quirino, 15 22 di Pina Debbi con la regia di Tiziana Sensi per il Telefono Rosa e Parole, ovvero The Suspension of Disbelief, scritto e diretto da Paolo Civati.
La sua esperienza in televisione è stata varia, da La nuova squadra a Squadra Antimafia, da Amore criminale a La seconda casa non si scorda mai. In radio ha lavorato a diversi programmi Rai, come Achab e i radiosceneggiati Giuseppe Mazzini e Gabriele. Per il cinema ha recitato nel ruolo di Don Domenico Pestarino in Maìn la casa della felicità, con la regia di Simone Spada.



Giacomo Vezzani, laureato in discipline dello spettacolo, dopo una lunga formazione musicale presso il coro S. Cecilia di Lucca, prosegue un’attività di formazione presso l’istituto D’arte drammatica di Lucca Iardramma. Nel 1995 entra a far parte della Compagnia del Teatro del Carretto diretta da Maria Grazia Cipriani e Graziano Gregori, per la quale tuttora opera come attore e collaboratore. Nel frattempo, lavora con la compagnia di danza diretta da Michele Arena, Effetto Parallelo, firmando due colonne sonore.
A Roma, continua la sua ricerca musicale lavorando sia per il teatro che per gli audiovisivi: nella scenotecnica, nella musica, nella recitazione e anche nelle luci. Con Luigi Ceragioli fonda la compagnia Dance o Rama, a cui si è aggiunta Nenè Barini: una realtà dove si mescolano le discipline della danza con quelle della recitazione e che coinvolge anche giovani non professionisti.
Si ritiene un compositore autodidatta e creda che la ricerca sia fondamentale, anche quando si tratta di una semplice canzone pop. Le sue produzioni personali sono degli spettacoli\concerti e vedono la collaborazione di artisti diversi, come Federico De Robertis – con il quale poi firma e interpreta la canzone Invisible Boy dall’omonimo film di Gabriele Salvatores – e Antonio Nardone. L’album Blake nasce come seconda parte di un dittico, una ricerca tra poesia e musica e si pone come passo successivo del primo lavoro, Pascoli, datato 2011. Se Giovanni Pascoli è il poeta del suono, William Blake è il poeta della visione. Se Pascoli è stato concepito come un “radiodramma”, Blake doveva essere concepito come un audiovisivo. Blake è nato come una scommessa tra lui e l’amico e collaboratore Giacomo Pecchia, autore della copertina dell’album.